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intermedia

Laboratorio di Arte Contemporanea

HERMES 

Lo spirito del gesto è la sintesi di spazio e tempo. Anton Giulio Bragaglia teorizzò il fotodinamismo come "moderna magia", ponendo la luce al centro dell'universo tecnico ed espressivo. Hermes Intermedia ne raccoglie il testimone, elevando l'audiovisione a scrittura del molteplice: per leggere e rappresentare le forme trasversali della musica, le sue dinamiche tridimensionali e intermittenti, le scie della sua materia in moto e le valenze visuali delle sue infinite relazioni.

Nato nel 1997, il gruppo Hermes Intermedia è costituito da: Giovanni Fontana, Giampiero Gemini, Valerio Murat e Antonio Poce. I quattro artisti si muovono in un territorio multipolare a cavallo tra arte, tecnologia e performance.

La loro invenzione più originale prende il nome di Flash Opera, un genere di composizione che recupera la tradizione italiana del teatro musicale permeandola con la tecnologia audiovisiva digitale e perfezionandone l’integrazione tra i  media che danno corpo all‘opera.

Su di loro Ennio Morricone ha scritto: «Se dovessi indicare un elemento che caratterizzi globalmente queste opere non avrei dubbi nel parlare di "centralità della musica". È stata infatti la complessità che è propria della composizione musicale a spingere il Gruppo Hermes Intermedia a superare i confini delle singole arti. Essi hanno affrontato per primi il tema della “scrittura intermediale” non soltanto sul piano teorico, ma anche attraverso una pratica produttiva quotidiana, come dimostra il loro già ampio catalogo […]

Il loro merito è proprio questo: aver elaborato una tecnica compositiva in grado di comprendere, nel medesimo contesto, materiali e figure di provenienza diversa (sia sul piano sensoriale che disciplinare) e di integrare tutto in un solo progetto creativo[…] 

Nelle opere intermediali invece le immagini possono essere considerate implicite nella musica stessa. Appartengono ai suoi paradigmi interiori, secondo una concezione integralmente “audiovisiva” della composizione. La musica appare allora nella sua piena veste di arte molteplice che, in quanto tale, impiega una scrittura tecnicamente adeguata a rappresentarne le trame e le atmosfere più evanescenti. Una musica che, agendo consapevolmente nel territorio della memoria, mostra di conoscerne le dinamiche e i sottili meccanismi. […] 

Concludo citando un merito di Hermes Intermedia che ritengo speciale e, in qualche modo, connotativo dello stesso Gruppo. In tutte le opere affiorano conoscenze derivanti non soltanto da una solida preparazione classica, ma anche, e molto, da quella sperimentazione musicale che ha avuto la sua massima espressione negli anni ’60-’70.
  Il merito consiste nel fatto di aver posto tutte le loro competenze (accademiche e sperimentali) al servizio dell’emozione e della qualità espressiva.  […] Esplorando nuovi mondi e inventando nuove sintesi».

 

Ennio Morricone

in Visione Molteplice, saggi a cura di Marco Maria Gazzano,

Armando Editore  2018

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